All'inizio furono gli aeroporti. E li battezzammo non luoghi. Poi definimmo non luogo ogni spazio dove la gente si mescola, passa, transita, mangia, dorme, corre, legge, parla,
si bacia, si saluta, piange a volte, si arrabbia, si agita, si preoccupa, attende.
Un non luogo conosce solo il presente. Non c'è passato non c'è futuro.
Dunque non c'è storia, non c’è geografia. All'inizio furono gli aeroporti. Brian Eno ne scrive la colonna sonora: una “musica sospesa nell’universo, in grado di essere ascoltata e non ascoltata, qualcosa di importante e di irrilevante”. Poche note, ripetute, un mantra che germoglia su melodie minimali. Note liquide, vibrate trasparenti, leggere, senza corpo.
20 “strategie oblique” per vivere l’esperienza del non luogo ampliando la percezione sensoriale. “Abitare” il non luogo non solo come anonimo luogo di passaggio ma come esperimento di pienezza, nella possibilità di cogliere e valorizzare dettagli irrilevanti
e al contempo lasciar vagare la mente sospesi nel vuoto del non-tempo e nel non-spazio.
si bacia, si saluta, piange a volte, si arrabbia, si agita, si preoccupa, attende.
Un non luogo conosce solo il presente. Non c'è passato non c'è futuro.
Dunque non c'è storia, non c’è geografia. All'inizio furono gli aeroporti. Brian Eno ne scrive la colonna sonora: una “musica sospesa nell’universo, in grado di essere ascoltata e non ascoltata, qualcosa di importante e di irrilevante”. Poche note, ripetute, un mantra che germoglia su melodie minimali. Note liquide, vibrate trasparenti, leggere, senza corpo.
20 “strategie oblique” per vivere l’esperienza del non luogo ampliando la percezione sensoriale. “Abitare” il non luogo non solo come anonimo luogo di passaggio ma come esperimento di pienezza, nella possibilità di cogliere e valorizzare dettagli irrilevanti
e al contempo lasciar vagare la mente sospesi nel vuoto del non-tempo e nel non-spazio.
luogo - non luogo
luce - ombra
vuoto - pieno